Molti i quesiti che i professionisti hanno rivolto alle sedi provinciali e nazionale della Commissione Albo Odontoiatri e che Raffaele Iandolo riassume nell’intervista ad ANDI OGGI. La domanda più ricorrente riguarda la necessità o meno per i dentisti di richiedere la certificazione verde ai pazienti che entrano in studio.

Come Medici e Odontoiatri – risponde Iandolo – abbiamo il dovere di curare i pazienti indipendentemente dall’assolvimento o meno dell’obbligo vaccinale. Noi dobbiamo curare tutti, abbiamo l’obbligo di curare tutti, sia vaccinati che non vaccinati. Nessuna norma ci consente oggi di richiedere il Green Pass a chi viene negli studi.

 

È possibile affermare che i suggerimenti adottati dalla categoria da oltre un anno e mezzo a contrasto della diffusione del contagio negli studi si sono dimostrati efficaci?

Assolutamente. Le nostre linee guida, che abbiamo definito nell’aprile 2020, sono ancora valide al 100% dal punto di vista della prevenzione del rischio di contagio. Nemmeno una di quelle indicazioni si è rivelata inefficace.


Un dentista vaccinato con la terza dose, asintomatico ma positivo, può esercitare la professione? 

Se è positivo deve attenersi alla regola e fare la quarantena –conferma il Presidente nazionale CAO –, se invece è entrato in contatto con un positivo, è esonerato dalla quarantena e può esercitare, ma deve rientrare nella categoria di quelli che sono obbligati a portare in maniera permanente, anche al di fuori dell’ambiente di lavoro, la protezione FFP2 per 10 giorni, sempre se non ha sintomi. In caso di sintomi, deve fare la quarantena.

Un ultima precisazione riguarda la necessità, per chi è stato a contatto diretto con un positivo, di monitorare frequentemente la propria situazione sottoponendosi al tampone per escludere eventuali contagi.